venerdì 17 maggio 2013

Intervista a Cesare Cremonini

Intervista a Cesare Cremonini

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Cesare Cremonini
Dopo aver sentito Cesare Cremonini cantare  le canzoni di  Giorgio Gaber, non mi stupisco più di niente. Scoprire che è un lettore vorace non può che farmi piacere, è bello immaginare Cesare nella sua camera, in silenzio, che si dedica alla lettura... Amico e frequentatore di Mangialibri, Cesare è felice di presentare ai nostri lettori la sua prima fatica letteraria: scopriamo in lui una ricca vena narrativa che non deluderà anche i palati più esigenti.
Com’è andata l'esperienza narrativa con il tuo Le ali sotto i piedi?
Penso che scrivere questo libro sia stato qualcosa che mi è servito per rileggermi fin dall’infanzia con calma, perché spesso non abbiamo il tempo di ricordare momento dopo momento. Essere in qualche modo costretto a farlo mi ha invece fatto ricordare cose molte belle mentre scrivevo. In fondo noi conosciamo la nostra storia per sentito dire, senza avere una percezione precisa di noi stessi. Intraprendere questo viaggio mi è servito, mi ha fatto capire che mi voglio più bene di prima, ho capito che ho sempre seguito un sogno ma allora ero già più adulto, mentre oggi ho conservato la mia parte bambina. A essere onesto anzi credo di essere la persona più fortunata che conosco, perché sono riuscito a realizzare quello che ho sempre voluto.

Il tuo approccio alla scrittura?
Mi sono divertito moltissimo nell’avvicinarmi a questo progetto e ho amato molto dello scrivere la libertà che dà la scrittura in prosa. Quando scrivi le canzoni è molto diverso, il testo di una canzone è fulminante, scrivere un libro è estremamente diverso, la canzone è come uno starnuto imprevedibile, un impulso che non puoi controllare e di cui neppure puoi controllare la forma o modificarla. Con la pagina invece la scrittura è più registica, sei in grado di commuovere scrivendo o di rendere ironica anche la cosa più banale, c’è più libertà creativamente è una cosa più semplice ma anche molto più divertente.

Visto questo entusiasmo per la scrittura pensi che ci regalerai una storia ex novo?
Mi piacerebbe molto poter scrivere un romanzo, per adesso posso esercitare la passione per la scrittura, nel caso di questo libro conoscevo perfettamente le storie raccontate, erano mie! Però mi piacerebbe molto, per adesso però sto pensando al seguito di questo libro, in realtà vorrei fare una trilogia anche perché dopo l’ultima cosa che ho scritto in questo libro sono successe veramente tantissime cose belle da raccontare e condividere.

Come hanno preso i tuoi fan questa tua opera?
Questo libro è stato accolto da loro come un grande regalo. Hanno capito subito che non si trattava di un libro autocelebrativo ma di un’esperienza da condividere, di un libro fatto con il cuore. Questo è un momento molto bello della mia carriera, il pubblico ora è molto simile a me, prima non c’era un rapporto di fratellanza forte come adesso. Oggi c’è fiducia, chi mi segue sa che nelle cose che faccio metto molto cuore e pochi ragionamenti e questo permette loro di criticarmi. Considero infatti la canzone come una comunicazione come un mezzo che un ragazzo ha di raccontare se stesso senza tabù,  è un dovere, un modo per farsi conoscere veramente, un passo come un altro di un grande progetto.

Scrivi testi di canzoni da quando avevi undici anni... che peso hanno per te le parole?
Le parole hanno sempre più importanza, e non solo nelle canzoni. In generale penso che ciò che conta più di ogni altra cosa per un'artista sia il suo linguaggio … oltre che l'alimentazione, naturalmente!

Hai un luogo 'principe' per comporre e per scrivere?
La notte, nella solitudine della mia stanza. Da sempre faccio fatica a scrivere nella confusione diurna. La maggior parte delle volte le mie canzoni nascono così … mi capita anche spesso di scrivere durante i tour nelle tante camere d'albergo nelle quali devo soggiornare.

Sei un lettore?
Sì: quando ho tempo e riesco a farlo, leggere mi dà molta serenità. Generalmente preferisco i saggi ai romanzi perché amo capire e andare a fondo delle cose.

Cosa ti attrae in un libro? La copertina, la trama, il titolo...
Di solito è il titolo a catturare la mia attenzione, sperando poi naturalmente che anche la trama sia all'altezza del titolo. Purtroppo non sempre è così...

Il tuo luogo preferito per leggere?
Sempre e solo in camera prima di addormentarmi.

Ti è mai capitato di comporre una canzone che di te diceva troppo?
Sì, mi è capitato spesso, ma ciò che caratterizza maggiormente un'artista credo sia la maggiore o minore facilità con cui si espone. Dietro ad ogni singola persona, a mio parere, si nasconde un'artista, solo che non tutti sentono la necessità di esternare le proprie sensazioni.

Stai promuovendo un’iniziativa legata a internet...
Il mio sogno, da musicista e compositore, è che internet possa diventare sempre più un grande e nuovo universo culturale accessibile ai più, dove i contenuti artistici possano essere valorizzati maggiormente. Spero che regalando questa canzone "Piazza Santo Stefano" le persone che amano la musica si accorgano che non sempre è di soli numeri ciò di cui si deve parlare, ma piuttosto di civiltà e di rispetto dell'arte. Oggi sono passati dieci anni da quando appena diciottenne ho pubblicato "50 Special", e mi sento felice come non mai nell'accorgermi che sono stati quegli stessi sogni, inseguiti senza sosta, a portarmi fino a qui. Ho scelto di regalare gratuitamente questa nuova canzone per ringraziare tutti coloro che con il cuore, e con il loro affetto, hanno reso possibile questo traguardo.  Piazza Santo Stefano è una canzone che omaggia ancora una volta Bologna, la mia città. Piazza Santo Stefano è un luogo magico, una delle piazze più belle del nostro Paese e per me rappresenta un filo conduttore tra la Bologna di oggi e quella di ieri, un luogo in cui sembra davvero che il tempo si sia fermato.

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