venerdì 17 maggio 2013

Velvet, le cose cambiano dai tempi di Boy Band

Velvet, le cose cambiano dai tempi di Boy Band
Abbiamo intervistato Pier e Poffy dei Velvet, il gruppo romano stasera in concerto al Renault Yahoo! Music Live alla Galleria Alberto Sordi di Roma per presentare Le cose cambiano. 2000-2010, il loro best of uscito lo scorso novembre, con 2 inediti.
Abbiamo intervistato Pier e Poffy (rispettivamente il cantante e il bassista, a destra e a sinistra nella foto) dei Velvet, il gruppo romano stasera in concerto al Renault Yahoo! Music Live
alla Galleria Alberto Sordi di Roma per presentare “Le cose cambiano. 2000-2010”, il loro best of uscito lo scorso novembre e prodotto da Cosecomuni e Casasonica, con 14 brani più due inediti, “Il Serpente” e “Normale”…

Ben ritrovati ai Velvet, dove eravamo rimasti?
Pier: “c’è stato "Confusion is best" prima, un EP di collaborazioni con Beatrice Antolini, i Cor Veleno, i Gatto Ciliegia (un’altra band di Torino), poi l’EP "Il Serpente" e il best "Le cose cambiano"…”

Per quanto riguarda il best avete collaborato ancora con Casasonica?
Poffy.: “abbiamo sempre scelto per una parte del disco di collaborare ancora con Ale Bavo che è venuto direttamente da Torino nel nostro studio e ci ha fatto da produttore per alcuni brani, per altri brani invece abbiamo deciso di essere oltre che discografici anche produttori di noi stessi…”

Quindi siete stati sia produttori artistici che esecutivi…
Pier: “esecutivi ormai da tanto (e per sempre), artistici in alcuni casi sì, abbiamo poi comunque mixato tutto su a Torino da Gianni Condina perché era necessario mantenere una mano uniforme dal punto di vista del mix, poi al di là della produzione artistica che dipende anche dalla voglia del momento ci piace molto il lavoro che fa Gianni sul mix…”

Ho letto sul vostro sito che tra i riferimenti artistici che avete preso in considerazione per gli arrangiamenti del best ci sono i Talking Heads, Depeche Mode, Blur, Gorillaz, ecc.
Pier: “sì molto perché comunque a differenza del disco "Nella lista delle cattive abitudini" (del 2009, ndr.) che era per forza di cose un pezzo di percorso perché era stato già scritto ed era stato indirizzato sulla via del disco rock, come i dischi precedenti dei Velvet, con qualche variazione però sempre un disco incentrato molto sulle chitarre, poi in corsa c’era ancora qualcosa che non ci convinceva, per cui l’intervento di Ale Bavo era stato mirato proprio a quell’obiettivo, cioè cercare di scardinare i soliti modi in cui i Velvet realizzavano i dischi e cercare di introdurre degli elementi nuovi, quindi la cosa è andata bene, è successa ed ha portato un grosso inserimento di sintetizzatori e di elettronica nella produzione e poi sul palco perché abbiamo dovuto allargare la formazione a cinque inserendo un tastierista apposta per quello, tutto ciò è stato ancora sviluppato nel disco successivo dove questo approccio che abbiamo sperimentato nel tour l’abbiamo riportato in sala prove, quindi abbiamo già composto le canzoni pensando a dove volevamo andare a parare a livello di arrangiamenti, quindi già in fase di scrittura c’erano più spazi e degli strumenti in meno perché pensavamo già di far posto a dei suoni ritmici più importanti, ascolta "Normale" che è stata l’ultima canzone inedita, quella indica molto la strada perché si regge fondamentalmente su una batteria, un basso e pochissimo altro, una strada che non avevamo mai percorso...”

Quasi New-Wave…
Pier: “esatto, era una strada che ci piaceva molto seguire, quindi lasciare molto spazio nelle canzoni, cosa che in passato non facevamo perché le riempivamo di arrangiamenti, e poi lì è una questione di fiducia, ti rendi conto che i tuoi brani funzionano lo stesso, anzi forse funzionano anche meglio se togli e quindi da lì ti sciogli e non riesci più a tornare indietro, adesso noi non riusciremo più ad arrangiare un brano come 5 anni fa dove nel ritornello partivano i chitarroni…”

Avete capito che alla fine una bella canzone si può fare anche con pochi elementi, anzi è quella la prova del nove…
Pier: “esatto, se è bella viene bene anche piano e voce o chitarra e voce, e la stessa cosa per i concerti poi in fondo, l’idea di suonare acustici, io la prima volta nella mia vita che sono salito su un palco da solo, cosa che non avevo mai fatto prima, è stata ad Asti nel 2009 in occasione di una premiazione, accettai di farlo ma in passato ero salito sempre almeno in duo, però questa cosa non l’avrei mai fatta prima perché non mi sentivo proprio sicuro, invece adesso comincio ad apprezzare il fatto di salire su un palco con strumenti acustici, un pianoforte, ecc. perché comunque apprezzi altre cose dei brani…”

Dovrete suonare anche al N’Importe Quoi allora se volete, una libreria caffè dove da 2 anni stanno organizzando una serie di concerti acustici “Senza filtro” a cura di Stefano Mannucci…
Pier.: “molto interessante, è più complicato comunque, però se te la godi dopo diventa bello…”

Finiamo di parlare del nuovo best, gli arrangiamenti sono stati stravolti rispetto agli originali?
Poffy.: “la linea melodica della voce è l’unica cosa che è rimasta la stessa, il resto è stato tutto abbastanza stravolto, fortunatamente sempre con l’aiuto di Bavo, perché dev’esserci una persona dall’esterno che viene e dirige un po’ l’orchestra altrimenti noi non riusciamo a metterci d’accordo perché siamo quattro persone che vorrebbero fare tante cose, quindi è giusto che ci sia un arbitro che mette d’accordo tutti, con il gusto e non convincendoci di qualcosa, più che altro abbiamo molto suonato prima, abbiamo preso le canzoni, ci siamo messi in sala e abbiamo suonato tantissimo per vedere come sarebbero venute, poi da lì abbiamo cominciato a registrare…”

Siete soddisfatti dei risultati ottenuti?
Poffy: “tantissimo, soprattutto perché non è un best fatto di singoli come è consuetudine fare, abbiamo scelto anche delle canzoni che noi amavamo che non sono mai uscite, ti posso citare ad es. “In quest’angolo di blu”, una canzone che aveva scritto Pierluigi nel ’98 per il primo album che poi è andata a finire nel secondo che sembra la più moderna di tutto il disco invece è la più vecchia di tutte…”

Quindi non è un disco fatto per piacere ai fan ma per piacere a voi…
Pier: “no anzi, all’inizio i fan della prima ora sono rimasti spiazzati e scioccati perché magari amano “Funzioni primarie” e in questo disco c’è una versione praticamente dub, con un minuto e mezzo di chitarra e voce, è un disco di versioni completamente nuove, è un remake, diciamo che se avessimo scritto “Funzioni primarie” oggi l’avremmo fatta così, il che non significa necessariamente che sia meglio, anzi, così come “Dovevo dirti molte cose” e altre, sembra un disco del 2010, e la cosa bella è stata quando abbiamo incontrato gente che invece ha comprato questo disco come primo disco dei Velvet e che nemmeno lo sapeva che questo era un best che ci ha detto che sembrava un nuovo disco di inediti, e questo è il complimento migliore che un disco del genere può ricevere perché vuol dire non si sente che una canzone è stata scritta 10 anni prima…”

Quindi non è il solito best of assemblato dalle case discografiche all’insaputa degli artisti…
Pier: “io sono pure un amante delle raccolte, figurati che anche dei Radiohead di cui ho tutti i singoli e tutti i dischi ho comprato pure il best of perché comunque mi piace avere le raccolte, tenerle in macchina, però nel nostro caso noi come Velvet non saremmo stati soddisfatti di sentire alcune cose perché le volevamo rifare, è un po’ uno sfizio anche per noi, dopo un po’ ti diverti pure tu e vuoi risentire “Funzioni primarie” ricantata perché io non sono soddisfatto della versione che tanta gente ama…”

Avete pensato di rifare anche “Boy Band”, c’è nel best of?
Pier: “certo che c’è, e lì parlavamo dei Talking Heads, perché la versione di quella canzone è proprio qualcosa che deriva da loro, dai Devo, ecc. non c’è chitarra, ci sono 3 bassi, è una canzone fatta con batteria, percussioni, bassi e sinth, adesso ne gireremo un video così chiudiamo definitivamente il ciclo, siamo partiti da lì, siamo arrivati fino a qui e dopo di che tutto quello che verrà da adesso in avanti sarà una cosa in più…”

C’è ancora qualcuno che vi considera una “boy band” dopo tutti questi anni?
Pier: “sì hai voglia, è pieno ma purtroppo ormai ci abbiamo fatto l’abitudine, l’unica cosa che ci lascia esterrefatti non è il ragazzo che non ci conosce, non è che uno deve avere per forza il tempo di stare a sentirci, ma pensare che un giornalista o qualcuno che è “esperto” perché il suo lavoro è proprio quello di seguire le cose che accadono invece è rimasto fossilizzato nei suoi pregiudizi, ma d’altronde succede in ogni campo in Italia…"
Poffy: “o in maniera ancora più brutta anche per moda, perché per moda conviene dire determinate cose”
Pier: “però non te ne puoi fare un problema più di tanto perché questa cosa vale per tutti, Morgan si porterà dietro tutta la vita la sua partecipazione a X Factor e altre vicende personali, i Subsonica hanno scritto una canzone nel loro ultimo disco (forse la cosa la più bella che abbiano fatto negli ultimi anni) dove si prendono in giro da soli e dicono “non siete riusciti a bissare Microchip emozionale”, perché tutti gli romperanno le scatole con quel disco (“Nuova ossessione”), per cui accettiamo tutte le critiche, io e lui discutiamo sul fatto che Bono Vox sia un grande cantante o meno quindi figurati se non possono discutere i Velvet, fa parte del gioco…”

State già preparando un nuovo disco dopo il best?
Pier: “non lo stiamo preparando, lo stiamo iniziando a pensare, più che altro a come rapportarci al futuro dopo questo disco, al lavoro da fare, ci inizia ad andare di rimetterci in studio a scrivere cose nuove e vedere dove ti porta la creatività, del resto però non è che siamo così ansiosi di pubblicare un disco, per adesso siamo in tour con questo best, continueremo ancora tutta l’estate e poi tiriamo un po’ le somme e ci metteremo a lavorare, magari pubblichiamo qualcosa molto presto però la libertà di avere il nostro studio, la nostra etichetta (Cosecomuni, ndr.) e un computer significa non avere scadenze discografiche, potremmo anche metterci in studio, fare un brano e pubblicarlo tra tre settimane, quello che ti posso dire è che quasi sicuramente non faremo un disco di dodici brani perché oggi non ha più molto senso…"

State anche producendo delle giovani band come i Popmatica…
Pier: “i Popmatica sono stati la prima band che ha registrato un disco da noi, poi abbiamo prodotto i Milk White, i Masoko (che stiamo ancora finendo), ci sono parecchie band che vengono da noi, ci ha fatto molto piacere vedere che senza promozione il nostro studio a Monterotondo appena ha aperto le porte è stato invaso solo da band, non è venuto un solista da noi, quindi significa che abbiamo lavorato bene perché le band vogliono venire a fare il disco da noi, quello è un lavoro che ci interessa portare avanti…”

Che concerto pensate di fare sabato sera al Renault Yahoo! Music Live?
Pier: “faremo un concerto di una noia mortale (ride), tutto acustico, belli seduti, con i cuscini, io per quello volevo i posti a sedere, no a parte gli scherzi dobbiamo ancora capire cosa suonare ma dopo le prove avremo le idee più chiare per nuovi arrangiamenti e cose nuove da proporre, sarà un concerto essenziale perché io suonerò la chitarra acustica, non saranno sicuramente suonate le canzoni del best come sono nel disco perché sarà complicato farlo con pianoforte e chitarra però sarà una versione inedita del best che abbiamo portato in giro nelle varie presentazioni solo che non abbiamo mai fatto più di un’ora così, abbiamo pronti 20-30 minuti, poi ci sarà tempo e modo di fare concerti elettrici prima dell’estate…"

Un'ultima curiosità, ho letto un paragone con i Beatles di Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band sul vostro sito, in che senso?
Pier: “il senso era trattare le canzoni importanti del tuo passato come se fossero dei provini di una canzone nuova, dimenticarsi che alcune canzoni erano state delle hit e cercare di fare come se fossero delle cover di noi stessi facendo finta di essere un’altra band che le suona…”

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