giovedì 16 maggio 2013

Gianna Nannini-Intervista

Gianna Nannini presenta il suo nuovo disco: "Un inno alla rinascita". Intervista

Preceduto dal singolo La fine del mondo, arriva l'album n. 18 per la rocker senese

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E' il primo album del 2013 quello di Gianna Nannini, intitolato Inno. "E' un disco molto ispirato - spiega la stessa cantautrice - scritto dal 2011, dopo il tour". E' "un inno alla rinascita anche quella che passa attraverso la morte, il dolore, l'addio, visti però con positività, come celebrazione della vita".

Dodici inediti (più un bonus track regalato ai fan che acquisteranno il biglietto per il concerto), prodotti ancora una volta a Londra sotto la direzione e produzione di Wil Malone. Alla composizione dei brani, oltre a Gianna, hanno lavorato i collaudati Gino Pacifico - "con lui il feeling è grandissimo. Ormai il nostro è un rapporto telepatico" - e Isabella Santacroce - "c'è meno che in altri miei lavori perché era impegnata col suo nuovo libro, ma ha comunque scritto con me 2 brani".

E ovviamente nel disco non poteva mancare Penelope, la figlia della rocker senese che oggi ha poco più di 2 anni. A lei è dedicato il brano Ninna Nein. "E' la mia terza ninna nanna, due scritte senza figli, una con. La canzone è nata al pianoforte e come succede quando si hanno dei bambini intorno mentre si lavora lei veniva a 'rompere'. E diceva in continuazione 'nein, nein' - che poi non ha più detto! - come se volesse correggere la canzone. Io ho lasciato aperto il microfono, per catturare questo rumore sonoro, e ho anche cambiato il testo per questo. Mia madre dice che Penelope ha una voce più bella della mia ed è vero, per ora ha ce l'ha. Ma non credo farà la cantante... Farà quello che vorrà, comunque".

E poi c'è Tiziano Ferro, che per Gianna ha scritto le parole del brano Nostrastoria "Proprio in questi giorni mi è arrivata la traduzione spagnola del brano. Lui ha scritto il testo su questa musica e io ho subito pensato che l'aveva scritta su di me, non su di sé. Tiziano non lo conoscevo bene, ma abbiamo lo stesso chitarrista, Davide Tagliapietra, e ci eravamo incontrati un paio di volte. Lui esprime verità attraverso le canzoni. Quando ho sentito il pezzo mi sono commossa e ho pianto. Come autore mi piace più di tutti e spero di fare altre canzoni con lui".

Marco Mengoni, invece, sarà a Sanremo con un brano di Gianna Nannini. "Conosco Marco e mi piace molto come canta. Ho voluto fare una canzone con cui potesse esprimersi. Ho fatto la scelta di aiutare 3-4 giovani creativi, di talento, non a copiare - come gli insegnano a fare nei talent show, dove cantano solo cover - ma a trovare altro".

Se Fazio la invitasse come ospite? "Ci andrei! In questo periodo non ho niente da fare. Ma lui ha detto che non chiama ospiti".

Chi è Danny, che dà il titolo a una delle canzoni di Inno? "E' un mio amico che non c'è più, con cui ho diviso molti momenti a Milano, nello stesso quartiere. E' uno che si è schiantato. Non ce l'ha fatta, emotivamente... Lo volevo ricordare. Inno è dedicato a Danny e alle persone che non ci sono più".

Perché la dedica a Elsa Morante? "Perché ho sentito una specie di chiamata. Ho ritrovato tra i libri Il mondo salvato dai ragazzini, che avevo letto quando scappai di casa, negli anni '70, per venire a Milano. L'ho aperto e letto una frase che mi ha aperto un mondo sonoro e che poi è finita in Tornerai. Poi ho approfondito altre cose, nella parte finale del disco, ed è stata per me la cartina di tornasole al concetto di rinascita, anche del nostro pese".

Come lo vive il nostro paese, lei che sta molto all'estero? Cosa si aspetta, e da chi, in un momento di crisi e transizione come questo? "La crisi è mondiale, non solo italiana. Ma penso che in Italia abbiamo 'perso la palla'. C'è una netta divisione in 2 del paese che io non amo e che ha creato razzismo, omofobia e inciviltà. Con questo inno io auspico una rinascita e mi rivolgo alle menti e ai cuori della gente, augurandomi teste migliori di quelle che abbiamo avuto sinora".

Nella copertina di Inno appare una Gianna Nannini in qualche modo diversa da tutte quelle precedenti... "Innanzitutto rispetto a quella dell'utimo disco non sono incinta. Le mie copertine mi rappresentano sempre per quello che sono in quel momento. Con Mondino (Jean Baptiste, il fotografo n.d.r.), che adoro, volevamo un'emozione. Qualcosa di diverso da un'idea di rock un po' esaurita. Quell'immagine, in cui mi copro più che vestirmi, rappresenta il mondo di oggi, quello che non ce la fa, degli indignados..."

Pur appartenendo alla 'vecchia guardia' della musica italiana, Gianna Nannini continua a produrre ad un ritmo molto regolare, quasi serrato rispetto ad altri suoi colleghi che hanno un po' ammainato le vele. Lei non ha mai avuto voglia di mollare? "Ho avuto momenti in cui sono stata tentata di mollare, ma più per gli aspetti promozionali del mio lavoro, le interviste, le  rotture... Come nel 1983. Avevo rogne col mio manager... Ma poi sono rinata. E ora ho anche fatto una figlia. Finché ho l'ispirazione perché smettere? Negli Stradivari c'è una levetta interna che si chiama 'anima del violino'. Finché qualcuno tira fuori l'anima dalla mia voce, perché devo smettere?"

E' consapevole di essere un punto di riferimento per più generazioni, per madri e per figlie? Cosa prova a riguardo? "Mi piace aver attraversato più generazioni. Non penso mai a essere un punto di riferimento quando scrivo un testo, anche se sento la responsabilità che ciò comporta, cioè dire sempre la verità, ciò che provo, non raccontare cagate. Finché dura..."

A quando il tour? "Ad aprile. Sarà un tour europeo, con partenza dall'Italia, con poche date nelle città principali e poi Austria, Germania, Belgio, Francia, Olanda, Svizzera. Poi ancora Italia ed Europa. Quanto ai musicisti, ci sarà una nuova parte ritmica, batteria e basso. Scenograficamente avremo un palco che esce dai canoni e luci pazzesche, create dallo stesso che le fa per i Rolling Stones e Lady Gaga. Sarà una cosa irresisitibile!"

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